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Cosa visitare a Vallo di Nera | Agriturismo Vallo di Nera |

Antiche testimonianze archeologiche dimostrano l'esistenza in loco di tribù di Naharci che si stabilirono nel territorio già dall'VIII secolo a.C. L'etimologia di Naharkus, dal quale è poi derivato il termine "Narco", è riferibile alla presenza del fiume Nahar (Nera). Tra il IV ed il II secolo a.C. ha inizio il lungo periodo della cosiddetta romanizzazione di questo territorio. In epoca preromana esso fu invaso dai Celti, e solo dopo l'occupazione del luogo da parte delle legioni del console romano M. Curio Dentato ha inizio l'insediamento dei Naharci. L'attuale territorio di Vallo venne successivamente trasformato in villaggio romano, dipendente dal Municipium di Nursia e, in epoca alto-medioevale, in curtis feudale. In età tardo-imperiale la religione cristiana, in opposizione al paganesimo romano, cominciò a diffondersi nella valle di Narco. I primi a convertirsi alla nuova religione furono gli abitanti della città, seguiti poi da quelli delle campagne. L'insediamento dei primi cristiani nella Valdinarco favorì l'evangelizzazione dei "naricoli" e la bonifica di questo paludoso territorio. Alla fine del V secolo cominciò a diffondersi la "parola" di S. Benedetto da Norcia e a S. Felice di Narco sorse il primo monastero benedettino.
Nell'Alto Medioevo, in epoca longobarda, la curtis di Vallo venne annessa al Gastaldato di Ponte, del quale faceva parte anche il piccolo paese di Paterno. Tra il IX ed il X secolo ha inizio la dominazione dei Saraceni, che invadono il territorio ducale occupando gran parte della Sabina e alcune zone della Vallinarca. I "naricoli" si rifugiano così sulle montagne circostanti, dove i signori fanno erigere fortezze e castelli. Dal 1177, il duca germanico di Spoleto e vicario imperiale Corrado di Hurslingen porta sotto il proprio dominio l'intera Vallinarca. L'occupazione del duca dura solo pochi anni; nel 1198, infatti, Corrado d'Hurslingen lascia i feudi di Vallinarca alla Chiesa. Sul finire del XII secolo, il Ducato di Spoleto, anch'esso posto sotto il controllo della Chiesa, tentò di impossessarsi della Valdinarco, in cui sorgevano numerose rocche e castelli. La città di Spoleto riuscì ad estendere la propria egemonia sulle terre del demanio ducale durante il periodo di lotte tra la Chiesa e l'Impero. La nascita del Castello di Vallo risale al 1217, come attesta un'antica pergamena nella quale il podestà di Spoleto, Jacopo Capocci, concede agli abitanti di Vallo il colle di Flezano e il diritto di costruirvi un castello sotto la signoria di Spoleto. Nel 1228, Bertoldo di Hurslingen, figlio di Corrado, duca di Spoleto, tentò di assoggettare la montagna del Ducato Spoletino e gli antichi feudi della Vallinarca. Solo l'intervento di Federico II, imperatore del Sacro Romano Impero e nipote di Federico Barbarossa, restituisce alla città di Spoleto la giurisdizione dei territori della Vallinarca e le riconosce anche la signoria del Castello di Vallo. Con l'istituzione del regime comunale inizia per Vallo un periodo d'autonomia giuridica, comunque limitata dalla subordinazione politica alla Chiesa e al Comune di Spoleto.
La storia medievale di Vallo è caratterizzata da scontri, anche violenti, con i vicini comuni della Valdinarco. Nel 1338, il castello di Vallo partecipa alla prima coalizione dei comuni naricoli per sottrarsi al dominio di Spoleto. La rivolta venne coadiuvata dall'intervento della ghibellina Urbino, guidata da Federico da Montefeltro, che scese in guerra contro la guelfa Spoleto. Il conflitto si conclude con il riconoscimento dei poteri giurisdizionali di questi castelli. Durante il periodo di lotte tra Guelfi e Ghibellini il castello di Vallo divenne luogo di rifugio per i ghibellini banditi da Spoleto. Quest'ultima, per espugnare il castello di Frenfano, occupato dai fuoriusciti casciani, chiese l'arruolamento di 1000 fanti. Il castello di Vallo inviò un contingente di 60 fanti e, come ringraziamento, ottenne da Spoleto un ampliamento del suo territorio montano.
Nei secoli successivi la storia di Vallo è caratterizzata da un susseguirsi di guerre, invasioni e pestilenze che ebbero fine solo grazie all'ascesa al pontificato di Clemente VII, che ripristinò gli antichi rapporti di subordinazione dei castelli della Montagna e della stessa Vallo al Comune di Spoleto. Nel 1563 viene redatto uno statuto che disciplina giuridicamente le competenze del comune di Vallo fino alla fine del 1700. Questo statuto, che confermava sostanzialmente la subordinazione di Vallo a Spoleto, aveva delle forti analogie con gli statuti coevi dei vicini castelli. Tra il 1500 ed il 1600, con il ristabilimento del potere civile ed ecclesiastico di Spoleto sull'intera Valdinarco, il Castello di Vallo attraversa un lungo periodo di tranquillità, durante il quale il castello passa sotto la protezione della famiglia Cesi di Acquasparta. Gli inizi del '700 sono invece caratterizzati da un pesante declino economico e demografico dei piccoli castelli medievali della zona. Questo periodo di crisi venne anche aggravato dal susseguirsi di violenti terremoti e dalla devastante inondazione provocata dalle acque del Nera, avvenuta nel 1737.
Durante gli anni dell'invasione napoleonica, l'Italia venne investita da una serie di cambiamenti politici che colpirono anche il comune di Vallo ed i comuni vicini. Essi, infatti, vennero aggregati al cantone rurale di Spoleto. Il crollo del regime napoleonico segnò per Vallo l'epilogo di un assetto amministrativo ormai plurisecolare. Con la nascita del regno d'Italia, il comune di Vallo è incluso nel mandamento di Spoleto e, nel 1863, assume il nome di Vallo di Nera.





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