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Cosa visitare a Massa Martana | Agriturismo Massa Martana |

L'insediamento umano nel territorio avvenne sin dalle epoche più remote, come è testimoniato dai numerosi reperti d'epoca preistorica rinvenuti sulle cime di alcuni monti della zona; ma l'importanza del comune era destinata a crescere a seguito della costruzione della Via Flaminia, voluta dal Censore Caio Flaminio nel 220 a.C.. Il tracciato originale della strada, che collegava "Narnia" a "Mevania", faceva di Massa Martana il fulcro delle attività di scambio tra Roma e le città del Nord. Proprio a testimonianza della fama che Massa aveva raggiunto, gli stessi Romani s'impegnarono nell'edificazione della "Statio ad Martis", un luogo, sorto nella zona dell'attuale chiesa di S. Maria in Pantano, adibito alla sosta ed al ristoro degli eserciti romani. Intorno alla stessa Statio si formò il centro abitato, denominato "Vicus Martis" che, nel corso degli anni, grazie all'inarrestabile sviluppo della Flaminia, divenne un importante punto di raccordo tra Roma e Todi. L'influenza che questa strada esercitò nello sviluppo del Comune è tuttora testimoniata da due importanti iscrizioni, una delle quali, voluta dall'imperatore Adriano, è tuttora presente sotto l'arco della Porta della città.
Il ritrovamento di monete appartenute ai diversi imperatori che si sono succeduti a Roma sono un'ulteriore prova della ricchezza di cui gli abitanti godevano in quel periodo, così come il recupero di antichi colombari nella periferia della città conferma l'esistenza di "villae" e "pagi", attorno alle quali si svolgeva una fervida attività agricola.
Nella vita degli abitanti di Massa la religione ha da sempre rivestito un ruolo fondamentale; molte furono, infatti, la fonti epigrafiche rinvenute nei terreni adiacenti al centro, a testimonianza dell'esistenza di antichi templi dedicati a divinità come Marte, Cerere, Mercurio ed Apollo, e lo stesso Cristianesimo si sviluppò in breve tempo nel territorio. La "Civitas Martana", formatasi nel III e IV secolo, divenne la patria di numerosi Santi e Martiri, tra i quali San Brizio e San Felice, ricordati come vescovi della Civitas stessa. Le varie leggende legate alla reale presenza di questi Santi nella città, sono alimentate dalla presenza di innumerevoli chiese dedicate a S. Felice ed a S. Faustino, alle quali si aggiunge la Catacomba, unico cimitero Cristiano sotterraneo rinvenuto in Umbria, nei pressi del ponte romano "Fonnaia". Durante il periodo di decadenza dell'Impero, orde di Barbari invasero la Via Flaminia, distruggendo tutte le città che incontrarono, tra cui Carsulae e Vicus Martis, saccheggiato dai Visigoti di Alarico.
La crisi per il territorio martano fu inarrestabile, alimentata anche dalle successive scorribande degli eserciti dei Goti e dei Bizantini, che qui si fronteggiarono nel corso della guerra Greco-Gotica. Gli abitanti della valle, sopravvissuti alle devastazioni, si rifugiarono sulle alture, creando i primi insediamenti fortificati che, utilizzati poi come basi per la costruzione di castelli medievali, costituiscono oggi la stessa Massa Martana e la confinante periferia. La città riuscì a porre fine a queste dolorose vicende con l'annessione al Ducato Longobardo di Spoleto, avvenuta nel corso del VII e VIII secolo, data cui risale anche la costruzione del Castello di Massa, collocato nel punto in cui ora sorge il centro abitato. Una ben fondata leggenda accredita invece l'edificazione del castello alla famiglia degli Arnolfi, i quali lo avrebbero poi ceduto a Raniero di Bonaccorso, capostipite di una ricca e famosa stirpe di nobili.
Assediata dalla Todi ghibellina, Massa riuscì, per un breve tempo, a sottrarsi al suo controllo grazie all'intervento di Perugia. Nel 1397, Papa Bonifacio IX accolse la richiesta del popolo e strappò Massa dalla giurisdizione di Todi, accogliendola sotto l'ala protettrice della Santa Sede. Revocando però le proprie decisioni, lo stesso Papa riportò la città sotto il dominio di Todi. Gli animi indipendentisti dei Massetani non tardarono a farsi sentire: già nel 1437 insorsero nuovamente, chiedendo la liberazione. Invece dell'indipendenza, la città ottenne la sottrazione del Castello che, nel 1565, la Camera Apostolica cedette a Todi. Nello stesso anno, però, gli abitanti di Massa ottennero la revoca della vendita del castello e il definitivo annullamento della sottomissione giurisdizionale a Todi. Per difendere i diritti e le libertà appena acquisite, i Massetani si tutelarono ponendosi sotto la protezione del Collegio dei Cardinali e redigendo una propria Costituzione, che fu annullata solo nel periodo di dominazione napoleonica; durante questa fase storica Massa mantenne la carica di Mairie fino al 1860, anno in cui, a seguito di un plebiscito, la città entrò a far parte del Regno d'Italia con il nome di Massa Martana (acquisito nel 1863).





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